mercoledì 25 ottobre 2017

Vendite e OTA 8 - Gli errori di fidelizzazione

Continuiamo con la carrellata di errori che commettiamo, che spediscono i nostri potenziali clienti direttamente tra le braccia delle OTA.

Gli errori di fidelizzazione 

In realtà abbiamo già visto diverse cause che portano a perdere l'occasione di rendere il cliente fedele alla struttura e non allo strumento di prenotazione, che può portarlo anche altrove:


quindi oggi tirerò più che altro le somme...In che modo tutto questo ci impedisce una fidelizzazione diretta? In fondo, anche se siamo disponibili abbondantemente sulle OTA, non è detto che il cliente non ci contatti direttamente. Ma se il cliente ha fretta di prenotare e:

  1. sul sito non può farlo
  2. il telefono ha una sola linea e/o una sola persona che possa rispondere e in quel momento il solito call center occupa la linea, o magari questa persona è al bar a fare un caffè ad un ospite, mancando il barista fisso
  3. non c'è una persona che riesca a smaltire tutta la posta, perché ha altre cose da fare e, mentre il suo fondoschiena è assente dalla postazione, si aggiungono altre venti nuove e-mail alla posta in arrivo
  4. perdiamo il conto degli sconti/offerte/premi fedeltà alle OTA e diamo un prezzo più alto al momento del contatto diretto
perché dovrebbe scomodarsi ad inseguirci? Clicca e risparmia!

Qualcuno può obiettare che l'investimento sulle OTA sia un ottimo investimento pubblicitario, che nessun'agenzia ci garantirebbe.

Ha perfettamente ragione.

Senza OTA difficilmente arriveremmo a nuovi mercati, a persone che parlano lingue straniere che noi non parliamo... Certamente essere raggiungibili in quello "scrigno dell'ospitalità", dove chiunque, in qualunque parte del mondo, cercando alloggio nella nostra zona, possa trovarci è un fattore irrinunciabile.

Ma una cosa è utilizzare uno strumento, ben altro è farsi strumento, ed è ciò che accade quando regaliamo sempre più terreno all'intermediazione facile.
L'eccessivo orientamento al cliente che questi portali dimostrano, ad esempio con le richieste telefoniche all'hotel di cancellazioni gratuite oltre il termine e per tariffe non rimborsabili, porta il cliente a fidarsi dell'intermediario virtuale più di quanto non si fidi di noi. Il che è ridicolo: l'hotel è lo stesso.

Vendere una certa percentuale di camere sulle OTA ci garantisce una buona visibilità, ma se a causa dei nostri comportamenti errati (in particolare nella programmazione della politica tariffaria, non pervenuta) siamo costretti a

  • vendere sempre più intermediato
  • a prezzi sempre più bassi 
  • a condizioni sempre più vantaggiose per il cliente 
  • con sempre meno garanzie per noi che diventiamo succubi del mercato e delle sue pretese (pretese, non richieste) 
  • con una percentuale crescente di fatturato che vola via in commissioni che non fidelizzano (molto diverso è il discorso che riguarda agenzie di viaggio e tour operator classici)

allora come finiremo?

L'anno scorso una campagna di Federalberghi recitava lo slogan #fattifurbo, per spingere i potenziali clienti alla prenotazione diretta. Quest'anno l'obbligo di parity rate non esiste più, ma né prima né dopo gli albergatori hanno agito in modo da arginare l'intermediazione crescente, lasciando le tariffe più vantaggiose sempre sulle OTA.

Il risultato è che i clienti si sono fatti furbissimi, perché, trovando online la tariffa già scontata, chiedono sconti ulteriori per "farci risparmiare le commissioni". Fantastico!


Se non diamo al cliente diretto nemmeno la tariffa migliore, in quali altri modi siamo incapaci di farlo sentire importante per noi?

È così difficile pensare ad un servizio, o un vantaggio, per i clienti diretti? Manca il personale adatto a farlo, come anche a garantire che la comunicazione sia rapida ed efficace? Se preferiamo dare soldi alle OTA e non investire nel servizio, arriverà qualcuno più bravo di noi a toglierci anche i clienti delle OTA e allora l'unica soluzione sarà guadagnare ancora meno.


Bella prospettiva eh?


Maleducati ossequi

LaReception

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