giovedì 19 ottobre 2017

Vendite e OTA 6 - Intermediazione e fedeltà del cliente

Mi rendo conto che il cantiere in cui ho abbandonato questo post è rimasto aperto un po' troppo, come quelli delle autostrade...Però un'altra stagione ed ulteriori approfondimenti sono stati utili per elaborare i miei pensieri in merito. Non dico conclusioni, perché quella delle vendite è una soap senza fine, come Beautiful (che sì, guardo, perché un po' di trash a pranzo torna utile)!



Abbiamo già visto:
Quindi siamo condannati ad un'intermediazione sempre maggiore, come forse non l'abbiamo avuta nemmeno nel boom dei "vuoto per pieno" dei grossi tour operator?
 
Non è detto.


Nonostante non apprezzi la spocchia senza giustificazione che si legge tra le righe di qualche post o commento (la stessa che si potrebbe imputare a me, in fondo), trovo i gruppi di colleghi utili per avere conferma che, effettivamente, quella che vivo non è una microrealtà psichedelica che vedo solo io (anche perché non mi sono mai drogata).
Un rapporto commerciale è soddisfacente da entrambi i lati se la bilancia della convenienza non pende da una delle due parti. Ho scoperto l’acqua calda. Ma allora, perché vedo rapporti non soddisfacenti tra OTA e strutture ricettive dappertutto?
Per carità, qualcuno è contento di vendere solo lì. Contento lui… Finché non si trova in balia della volubilità del cliente che cerca quel tipo di elasticità nella cancellazione e allora sono problemi seri.
Una perturbazione annunciata è in grado di svuotare intere località, se si dà ai clienti la possibilità di cancellare senza penale. Quanti musi lunghi al mare o in montagna, se piove? Quanti “imprevisti di lavoro” e parenti improvvisamente malati si presentano? Brutto a dirsi per chi ce li ha davvero, ma la statistica alza la gonna alle bugie.
La tendenza a prenotare sotto data, o poco prima, si è consolidata negli ultimi anni, per ragioni che vanno dalle ferie incerte (e, a volte, dal lavoro incerto) all’attesa della sicurezza quasi matematica che si potrà fruire di bel tempo, almeno per quanto riguarda i tipi di vacanza per cui questo è necessario o quasi – un piano B si trova sempre, ma ci vuole la volontà di sceglierlo-.
La diretta conseguenza è una grande difficoltà nella programmazione del lavoro, specie se stagionale, oltre all’ansia da hotel semivuoto a due settimane da una data in cui l’occupazione dovrebbe essere quasi totale.
Per risolvere questo problema che facciamo? Ci rivolgiamo a chi ci rende visibile in tutto il mondo, nella speranza che qualcuno trovi la nostra struttura e la prenoti per le date che “piangono” (in attesa degli ansiolitici da last-minute recidivo dello scorso post).
Ma per essere più visibili dei nostri concorrenti, come facciamo?
Penso a tante città con migliaia di strutture ricettive e centinaia di pagine di risultati della ricerca nel portale...
Ovvio, paghiamo di più. Per cui, se la commissione di base è X, possiamo accordare una commissione X+Y per essere presentati meglio, diciamo così.
Però forse i nostri prezzi sono troppo alti rispetto agli altri, allora accordiamo lo sconto programma fedeltà dello Z% e, siccome non vogliamo rimanere "fregati" sotto data, consideriamo anche di accontentarci di un altro Z% in meno pur di assicurarci che il cliente paghi in anticipo.
Dopo aver incassato il TOT-(X+Y)%-Z% oppure il TOT-X%-Z%-Z%, nei confronti di chi il cliente sarà riconoscente per aver risparmiato sul soggiorno? Dell’hotel? Non siamo ridicoli!!!
Tutto ciò che il cliente trova di più vantaggioso sull’OTA rispetto a quello che gli offriamo noi per telefono, via e-mail o sul sito, inevitabilmente rende il cliente fedele all’OTA e non all’hotel.
Seconda scoperta dell’acqua calda.
È inutile fare battaglie contro l’obbligo di parity rate, se la parity rate non l’abbiamo mai applicata, preferendo vendere a prezzo più basso sulle OTA rispetto alla vendita diretta. Perché questo è quello che ancora succede!!!
Riteniamo commercialmente scorretto vendere ad un prezzo più basso direttamente? Bene, ottimo, abbiamo la medaglia dei campioni di etica. Ma perché vendiamo ad un prezzo più basso sulle OTA? Perché al telefono vendiamo una camera a 50 euro, se tra pagamento anticipato e programma fedeltà poi sull’OTA la vendiamo a 40,50? Dove stanno la parity rate o la convenienza della prenotazione diretta? E il cliente che si prende la briga di contattarci è un fesso? Perché da fesso lo trattiamo! I “furbi” che chiedono uno sconto praticamente pari alle commissioni invece hanno bisogno di un girone di maleducati turistici a parte…
La commissione che si corrisponde alle OTA è il compenso per la pubblicità e l’intermediazione, non è di certo un furto. Terza scoperta dell’acqua calda.
Tra usare le OTA come strumento di vendita non unico, e farsi gestire praticamente da loro, il divario è ampio e il passo, però, è breve.
Ma visto che il papiro si allunga e la curva dell’attenzione sarà già sprofondata a meno infinito, mi corre l’obbligo di fermarmi qui, per oggi.
Maleducati ossequi.
LaReception





Nessun commento:

Posta un commento